martedì 11 novembre 2008

Documento: LETTERA DI TOMMASO ALLA CGIL DELL'11 NOV. 2008

Alle redazioni e alla società civile.
Il documento diffuso in data 10 novembre dalla segreteria della CGIL di Ragusa mi ha lasciato attonito e molto preoccupato. Premesso che ritengo del tutto inutile disquisire sui contenuti dello statuto della CGIL e del regolamento sui rapporti di lavoro, che ovviamente conosco molto bene, ma che porterebbe la discussione su un altro piano. Non intendo altresì addentrarmi nelle vicende del passato, che mi hanno portato a rassegnare le dimissioni da segretario nel marzo del 2008. Questioni che con la situazione attuale, cioè quella di aver deciso di non attribuirmi nessun incarico sindacale, non c’entrano nulla. Voglio soltanto fare qualche considerazione, per cercare di comprendere le ragioni politiche che possono avere determinato la decisione di estromettere dall’organizzazione un dirigente che, da circa 27 anni, ha cercato di rappresentare, nel bene e nel male, la condizione di chi lavoro e che ha spinto tante illustre personalità e tanta gente a darmi sostegno e solidarietà proprio in questi giorni.
Vorrei partire proprio dalle motivazioni assunte dalla CGIL di Ragusa, che possano sintetizzarsi in due concetti: la discrezionalità del reintegro nell’organizzazione dopo la candidatura e il rinnovamento del gruppo dirigente. La discrezionalità di riattribuire un qualche incarico ad un dirigente sindacale, specie se quest’ultimo vanta una qualche esperienza personale, è una persona eticamente irreprensibile e magari è stato fino a qualche mese fa il segretario generale, nasce ovviamente da valutazioni esclusivamente di tipo politico, e allora di questo dobbiamo parlare.
Quali possono essere state per tanto le valutazioni politiche fatte dalla CGIL di Ragusa per decidere di non attribuirmi alcun incarico?
Mi sono posto alcune domande:
il fatto di essere stato ingiustamente sottoposto ad un giudizio per le minacce subite ed essere stato assolto?
Il fatto di essere stato un dirigente sindacale che ha fatto della questione morale un principio essenziale della sua azione di rappresentanza?
Il fatto di essermi candidato con un partito piuttosto che con un altro?
Il fatto di avere portato, insieme al gruppo dirigente, la CGIL ragusana a soglie di rappresentanza mai raggiunte prima?
Il fatto, come ho sentito dire, di essere nato con un brutto carattere, ma che comunque mi ha permesso di lavorare in CGIL per più di un quarto di secolo?
Il fatto di essere stato tra i tanti protagonisti della battaglia contro l’appalto controllato per la privatizzazione dell’acqua, oppure per la mia storia sindacale fatta di tante battaglie per la trasparenza , come nel caso del consorzio di bonifica di Scicli, per la stabilizzazione dei precari e contro l’utilizzo clientelare del bisogno del lavoro, oppure per avere denunciato il lavoro nero e lo sfruttamento nei centri commerciali, oppure ancora per avere denunciato gli affari tra sanità pubblica e quella privata, o per avere studiato e lavorato per contribuire a migliorare le condizioni dello sviluppo in questa sfortunata Sicilia, e potrei ovviamente continuare a lungo. Oppure, ma questo sarebbe assai grave, il fatto di avere sempre liberamente espresso liberamente il mio pensiero e di avere lottato per vivere e lavorare in una organizzazione nella quale le opinioni diverse dovevano essere ricchezza e avere scoperto poi, a mie spese, che in questa fase la CGIL non tollera il dissenso e quindi non esiste né dibattito né democrazia. Certo anche io posso aver commesso tanti errori , ma chi mangia fa molliche, è chi non lavora che non sbaglia mai. Ho maturato troppe esperienze per non capire che verosimilmente sono queste, tutte insieme le ragioni di demerito per le quali sono stato allontanato dalla CGIL e per le quali non sono neppure degno di meritare un incarico qualsiasi, anche il più umile che avrei comunque accettato. Possibile che dopo tanti anni di esperienza e qualche incarico di prestigio, sia divenuto improvvisamente così incapace da non poter fare assolutamente nulla dentro la CGIL?
Cari compagni è su questo che bisogna rispondere a chi legittimamente si interroga su questa vicenda, sulle condizioni in cui versa il nostro sindacato e cerca di capire; perché vedete la CGIL non appartiene solo ai suoi gruppi dirigenti, ma a tutta la società, ai lavoratori che pagano la delega, perfino ai semplici cittadini.
E poi, siamo seri, Cofferati non c’entra nulla: è vero che vagamente ci assomigliamo, ma lui aveva deciso di lasciare la CGIL, io sono stato costretto a lasciarla. Infine, sulla questione del rinnovamento, una sola considerazione: all’atto della mia elezione a segretario generale della Camera del Lavoro di Ragusa avevo appena quarant’anni ed ero tra i più giovani segretari generali d’Italia. Oggi ne ho quarantasette e continuo ad essere tra i più giovani dirigenti sindacali della CGIL siciliana.
Una sola battuta finale, che spero mi verrà perdonata: l’invito ad andare a lavorare lo accolgo con il sorriso, per ventisette anni ho lavorato duramente per il mio sindacato, purtroppo non è da tutti, continuerò a farlo altrove. Ognuno ha la sua storia e questa , nel bene e nel male è la mia.
Buona fortuna CGIL!


RAGUSA 11.11.2008

TOMMASO FONTE

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